Intervista all’editor di Athos Ganassi, autore di ‘Scivolo’

Ventisei anni compiuti il giorno San felice, santo patrono di Gavrigliate Comasca, la sua città di adozione, ma i suoi natali sono lucani, oraziani. Due lauree (Polisemiologia e Medicina veterinaria). Otto anni trascorsi nel facchinaggio editoriale, come lui stesso racconta: leggere, editare, correggere, “educare gli autori e aggiustare i libri”, poi tre anni in Mondadori (“i più vulcanici”, dice lui) cinque in Feltrinelli, due in De Cecco, due e mezzo in Einaudi, e quasi un lustro in giro per i continenti, a esplorare la narrativa straniera sul campo: Francia, Spagna, Germania, America, Russia, Bengala e Bangladesh. Poi la direzione della saggistica-epicorurale per Eautontimoroùmenos, l’editore di nicchia del gruppo Editoriale Carnai, ma è solo una breve anticamera, appena prima del traguardo che lui guadagna con scatto muscolare da centometrista. Mario Q. Visdepopulo, artefice del fenomeno Ganassi, siede da poco meno di un anno alla poltrona di direttore editoriale di Carnai, la casamadre di un gruppo che comprende 87 sigle, due giornali nazionali, 12 locali, e 24 magazines, l’80% del marchio verocuoio, la proprietà di due motrici delle ferrovie Monteverzoli oltre al controllo della distribuzione fresco-ortofrutta CRAM per il sudest Estonia. Nessuno sfarzo nel suo ufficio di Corso Ateneo 41, solo qualche capriccio o segno distintivo, ma poco più che subliminale: la promozione a Rover Scout, le scarpe carminio-savoia sempre lucide (“l’uomo si riconosce dalle scarpe” afferma da anni, e su questo argomento è vietato scherzare), la storica tazza del XXII Timberland Aware in argento tibetano, vinto a soli sette anni.

Seduto alla scrivania, mentre risponde alle nostre domande, Mario Q. Visdepopulo maneggia Scivolo di Athos Ganassi come un oggetto di casa, con la stessa confidenza con cui il giocatore di Scandicall manovra il paramexion. In fondo Scivolo è una creatura sua: un canestro da tre punti segnato all’ultimo secondo che vale la partita, un colpo da K.O. dato alla dodicesima ripresa.

Dott. Mario Q. Visdepopulo, come ha scoperto Ganassi e Scivolo?

 Conobbi Ganassi durante la mia ora pomeridiana di Lacrosse; era stato chiamato in palestra a riparare lo spremiagrumi, ma non ci voleva tanto a capire che non era il suo mestiere: mormorava parole incomprensibili, era a disagio e soprattutto non trovava la soluzione al problema. Mentre si piegava sulla cassetta attrezzi, nella tasca posteriore della tuta ho notato un plico piegato in quattro: mi faccio avanti e glielo sfilo, non mi manca la sfacciataggine, modestamente. Lui se ne accorge e si volta verso di me, vorrebbe reagire ma non lo fa, resta a guardare. Sono una ventina di fogli, scritti fittissimi, sul primo c’è un titolo. Mi è bastato leggere quello e le prime righe per capire che avevo di fronte un genio travisato da umile garzone. Questo accadeva dieci mesi fa, ero direttore editoriale Carnai da pochi giorni. E con Ganassi avevo già il best seller.

 Perchè Scivolo ha conquistato il pubblico?

Per la sua umanità. E la verosimiglianza delle situazioni descritte. Credo che ogni lettore possa vedersi e riconoscersi nel teatro della vita di Scivolo come a casa propria. Un critico ha scritto di lui: descrive il quotidiano a cuore aperto, ed è un genio. Ecco, la sua genialità è una genialità semplice, onesta, alla portata di tutti. 

E come si spiegano le critiche? Come intende rispondere ai detrattori?

Personalmente, intendo restare fuori dalle artificiose burrasche scatenate da certa critica e da quanti, in maniera irresponsabile, giocano una partita personale a svantaggio dell’interesse di tutti. Nel nostro lavoro c’è bisogno di scelte precise e di responsabilità. Quello che posso fare è mettere tutto il personale mio impegno: serve governabilità, e io impedirò che si ritorni a un clima giacobino e giustizialista.

 Quale rapporto ritiene che ci sia oggi fra letteratura e editoria?

Non c’è stato nessun arretramento sui numeri, nessun arretramento sulle norme. Anzi, in certi casi c’è stato un miglioramento. Sono state adottate misure effettive ed adeguate, perfettamente in linea con gli impegni presi, anche sulle pensioni. 

Torniamo a Scivolo. Si è detto che Ganassi con la sua solida disomogeneità e la sua formazione di quartiere ripropone un modello neorealistico pratoliniano, in chiave eroicomica, lei cosa ne pensa?

E’una domanda trabocchetto?

No, una domanda diciamo normale.

Allora credo che sia una domanda retorica e palesemente diffamatoria. Il lettore è indotto a pensare che la proposizione formulata non sia interrogativa, bensì affermativa ed è spinto a recepire come circostanze vere realtà di fatto inesistenti.

Forse non ha capito la domanda?

Sarà lei che non le capisce, e vuole disinformare, mettere il bavaglio alla libertà dei cittadini e alla loro privacy.

 Cambiamo orizzonte. Parliamo del premio Punt & Mes.

Abbiamo una maggioranza schiacciante, un consenso indiscusso. Non tolleriamo più che si getti spazzatura su di noi da parte di un avversario che sa solo insultare.

Niente, va be’. Grazie

Prego.

73 risposte a “Intervista all’editor di Athos Ganassi, autore di ‘Scivolo’

  1. purtroppo la situazione è questa, aveva cominciato così bene, guardate un po’ dove va a parare.

  2. Cosa mangiate la sera?

  3. ciao Paolo. La sera io mangio normale. E’ l’editor di Ganassi che ha dei problemi, secondo me. A proposito se hai letto Scivolo di Ganassi, puoi dire cosa ne pensi, liberamente.

  4. Non riesco a trovare un veterinario degno di Kien, il mio lagomorfo nano. Visdepopulo ha anche un ambulatorio o il suo attuale lavoro è troppo totalizzante? Certo, non ha scelto lui di fare editoria. Gli è stato imposto dall storia.

    Ci sono ancora dubbi sull’induzione al meretricio subita da Athos?

    Cambio mestiere. Potete spargere la voce?

  5. nessun dubbio ormai, sulla mercificazione del ganassi. Visdepopulo secondo me se facesse il veterinario rovinerebbe i poveri animali. L’unica speranza è che lo mordano ben bene, prima di morire.
    Non cambi mestiere. Lo dico a nome di tutti i frequentatori di questa terrazza.

  6. Peccato che alla fine Visdepolulo si sia indisposto. Sarebbe stato interessante chiedergli una copia della schedina inviata ai giornali insieme a Scivolo, giusto per vedere se la marchetta di La Quaglia è farina del suo sacco o pedissequo calco. Trovo più rassicurante la seconda ipotesi.
    L’intervista mi fornisce due motivi di inquietudine strettamente correlati. Ho l’impressione che Visdepopulo voglia fare una moda di Ganassi, dare vita al ganassismo. Indurre un’abitudine nel lettore per assicurarsi una tiratura che giustifichi le spese di pubblicazione e di lancio. Athos vittima di un mercante di schiavi, la sua creatività che sfiorisce anzitempo, la sua potente voce che si affievolisce in un falsetto stridulo. Progetto criminale più facile da attuare se ad esserne vittima è un puro di mente. Il puro di mente, noi tutti lo sappiamo, non esiste in natura. E’ artificio di laboratorio, oggetto e al tempo stesso scaturigine di una mitopoiesi realizzata secondo gli stilemi della sopa opera. Figurina di cartone su cui modellare la massa. Athos Ganassi sacrificato, lobotomizzato.

    Volevo poi informarLa che qualche ora fa ho spedito tramite Interflora un mazzo di fiori al dottor Mario Q. Visdepopulo. Avevo scelto esemplari esotici, carnosi, lussuosi ma purtroppo irreperibili a Gavrigliate Comasca e mi sono dovuto accontentare di un mazzetto di pyrethra corymbosa. Per impreziosirlo, ho allegato un biglietto con una citazione tratta dal Suo Fìdeg, quel Vegezzi che dice:

    Il dottor lì
    Il dottor là
    Il dottor lera
    Facce di merda

    Già che c’ero, ho firmato a Suo nome. Spero non Le dispiaccia.

  7. Benissimo i fiori. E anche la firma, ma soprattutto la citazione.
    Tutto vero, il mercante di schiavi eccetera eccetera. Le dirò anche che l’editor Q. Vispepopulo sta convincendo in Ganassi, a suon di migliaia di euro, ad metter mano al prossimo romanzo, previsto per il 2012. Si intitolerà, su suggerimento dello stesso Visdepopulo “Ma poi mi rialzo”. Ha mai sentito neinte di più disgustoso?

  8. … Visdepopulo ha anche annunciato, in diretta Carnai TV, che darà vita alla corrente del Ganassianesimo che, da quel che ho capito, è una specie di neoparnassianesimo. Ha detto anche: non preoccupatevi, ghe pensi mì. Cosa vorrà dire.
    Comunque per il Suo lagomorfo nano pare che il fratello di Mario Q.Visdepopulo, dott. Piero Q. Visdepopulo, ora vicedirettore editoriale di Carnai, continui ad esercitare. Ha un ambulatorio nell’ufficio acquisizioni e contratti presso la stessa Editrice Carnai. Credo che si intenda anche di lagomorfi. L’altro giorno la donna delle pulizie (che è la mia referente in Carnai) ha visto entrare una Cavia peruviana, quindi a livello di specializzazione secondo me ci siamo, può star tranquillo.

  9. Dimenticavo di relazionarvi circa la premiazione di Schiaffi alla Stazione. E’ stato molto emozionante. Il treno è partito in orario ma non sono riuscito a schiaffeggiare nessuno malgrado le facce degli schiaffeggiandi fossero tutte a favore di manata. Non me la sono sentita: gli esponenti del panorama letterario eran tutti sotto i trent’anni, potevano essere miei figli. C’era anche qualche diciannove-ventenne, come i miei nipoti. Insomma fratelli, cosa volete che vi dica, non li ho mica dati gli schiaffi. Ho salutato con la mano: erano un po’ delusi. Insomma ho avuto paura che il mio fosse un atteggiamento giacobino e giustizialista.
    Adesso puntiam tutto su ganassi.

  10. Paolo,
    Ho letto Scivolo di Ganassi. L’ho letto tutto d’un fiato mentre ero in bagno a bermi una granatina, che nel frattempo si era sciolta. Io leggevo, la granatina si scioglieva, la gente bussava per entrare in bagno, io leggevo. L’ho letto tutto, anche il titolo che e’ appunto Scivolo. Ho letto anche la quarta di copertina. Cosa dire. Ha cambiato la mia vita. C’e’ un IO prima di Scivolo, e un IO dopo Scivolo. Quello che scrive adesso e’ appunto l’IO dopo Scivolo, visto che Scivolo l’ho letto in bagno l’altra sera mentre mi bevevo una granatina che si scioglieva, e che era alla menta, questo non ve l’avevo ancora detto, della menta.
    Son cambiato, Paolo, ecco.
    p

  11. è cambiata anche la granatina, oltre a sciogliersi

  12. proprio cosi’

  13. Non dubitavo che il mio commento non venisse moderato. Lettrice verticale, io.

  14. Ma perchè in bagno? E come facevi a girar le pagine, con la granatina in mano? E adesso sarà cambiato anche il libro, tutto impataccato di granita alla menta.

  15. C’è un commento di Laura che è rimasto in sospeso perchè in attesa di moderazione (il solito problema) me ne sono accorto adesso e l’ho liberato, anzi li ho liberati, perchè c’era anche il successivo commento – quello qui sopra che dice che non è stato liberato il commento precedente e non ne dubitava – pure in sospeso. Insomma abbiate pazienza. Mi spiace Laura. L’amminsitrazione è questa, un po’ dozzinale e trasversale. Il commento precedente di Laura è nel post precedente, dice “Il Blog degli Onanisti Felici, gestito dallo scrittore più autoreferenziale e presuntuoso. Vi divertite?”. Mi sembra un buono spunto di dialogo, e mi spaice che sia rimasto in sospeso. Magari comincio io. E cosa vuoi mai, ci si diverte come si può, diciamo che si naviga a vista. E ogni tanto vien fuori qualcosa secondo me abbasdtanza divertente. certo adesso si sta facendo un lavoro da moletta, con Ganassi ma è un lavoro abbastanza gratificante, quindi non privo di divertimento.

  16. L’onanismo, quando è felice, è un gesto di premura del singolo verso la società. La rinuncia alla vanità della procreazione. Posizione discutibile e pessimista ma, cosa volete, ho una certa età.
    Laura, il suo sarcasmo contro l’autoerotismo mi insospettisce. Siamo al cospetto di Laura Marega, la nonna di Athos Ganassi?

  17. Occorre però definire l’intenzione dell’emittente, come dice Eco. Cioè, se l’essere felici, riferito ai frequentatori del blog, dipenda dall’asserita competenza onanistica, ovvero ne prescinda; in sostanza se gli stessi siano felici in quanto onanisti ovvero siano felici tout court, oltre a praticare l’autoerotismo. La prospettiva di indagine cambia radicalmente.
    Ci vorrebbe un’interpretazione autentica.
    Se poi Laura è la nonna di Ganassi pazienza.
    Circa poi l’autoreferenzialità e la presunzione, è probabile che Laura si riferisca alla citazione che ho fatto di Nello Benazzi, dopo il Suo richiamo alla lezione di Escarpit. Ma avevo già chiesto scusa.

  18. In questo blog così rispettoso delle parole e così critico verso i miti della modernità, il concetto effimero e capitalistico di felicità mi sembra fuori luogo. Peccando di hybris, e abbassando il capo in attesa della némesis che verrà, possiamo forse dirci sereni. Ma io non lo dico. Se poi siamo onanisti, lo siamo in solitudine. Altrimenti, che onanismo sarebbe? Qui siamo api operose che lavorano per Athos Ganassi. Api critiche, da fine della storia, che hanno superato il pessimismo morale ed il facile cinismo mandevilliani.

  19. Il giochetto di firmarsi Paolo Colagrande e Roberto Calasso non ti ha stancato? Non serve essere Asor Rosa per capire che la mano è la stessa. Sei pubblicato da Rizzoli e non hai ancora fatto la pace con il mondo dell’editoria.
    Io non ho niente di personale contro di te, ma credo che gli scrittori come te facciano male alla lettaratura italiana.
    Quello che dovevo dire l’ho detto e non intervengo più. Fate pure le portinaie adesso.

  20. Mi sembra una maleducata e basta, ho fatto male a darle retta. Non mi permetterei mai di firmarmi Roberto Calasso, se proprio questa signora vuol saperlo, e non avrei nessun interesse a farlo. E non sarei neanche capace di farlo, oltretutto. Non capisco questa cattiveria. Poi che RobertoCalasso sia effettivamente Roberto Calasso è un problema che si porrà chi si firma, ovviamente, e chi ha messo l’indirizzo di posta uando si è iscritto (la signora Laura ne ha messo uno finto e inaccessibile) ma il contraddittorio è bello, e chi interviene dice cose interessanti. Cara lettrice verticale Laura, se sparisci di qui fai un favore a tutti. Coltiva la tua cattiveria da un’alta parte, e sta pur tranquilla che non ti caga più nessuno, nenahce in portineria.

  21. chiunque tu sia naturalmente, fenomeno di coraggio.

  22. “Eccellente! Se già qualche volta avete sposato un imperatore cinese, allora dovete comprendermi perfettamente.” Dostoevskij, Le notti bianche

    Più o meno, il senso è questo. Ma il gioco è una faccenda serie, che richiede più di un’attrezzatura e forse ho peccato di ottimismo.

    E comunque, Laura, se crede che da queste parti si ricorra a simili bassezze, resta solo da dire che lei Colagrande non se lo merita. Quindi, se ha in casa dei suoi libri, li abbandoni su un treno o a qualche angolo di strada, che non è degna e sicuramente in casa sua non stanno tanto bene.

  23. Che dire? Sono depressa. Firmarsi Roberto Calasso e non esserlo a me sembra una pessima idea, ma probabilmente è nata da una voglia di giocare che, in sè e in quanto tale è buona. Io qua sono con il mio nome e cognome vero (manca il secondo, ma mi sfinisce scrivere il mio nome e doppio cognome per intero), e frequento questo cortile dai tempi in cui era un posto buono, accogliente e si potevano fare quattro chiacchiere in santa pace. E questo nonostante fosse un blog dalle altissime pretese, e se ne vantasse.
    Posso dire che non c’è blog che non sia stato attaccato da qualcuno che per qualche motivo si è sentito disturbato o dafraudato dalle cose che leggeva, quindi esorterei a prendere Laura come un fenomeno meteorologico: come il caldo, per vincerlo bisogna bere. Esorterei a bere, insomma, che è un’esortazione che mi viene facile. Esorterei Calasso a scrivere con il suo nome vero, esorterei la natura a mantenere almeno le minori fra le sue promesse, le zanzare a darci una tregua.
    In Marocco a quest’ora la gente esce, le famiglie, i bambini che corrono, le ragazze che guardano i ragazzi e bevono tè, mangiano gelati, chiacchierano molto e ridono di più. Magari potremmo anche noi…

  24. Ma mi sembra che noi stiamo già facendo come in Marocco, il senso del blog mi sembra che sia questo. Ognuno a modo proprio: Paolo per esempio legge Ganassi stando in bagno e bevendo una granita (e adesso mi deve spiegare come fa). Ognuno fa il suo lavoro (a proposito, notizie di Nina la nipotina nostra?). Poi magari vien qualcuno con la maschera, tutto verticale e incazzato(a) a rompere i giocattoli, dare una manata sulla torta e scappar via con la mano tutta impataccata. Pazienza, se si diverte.
    Troppo generoso con me, RobertoCalasso. La ringrazio: neanch’io riuscirei a dire di meglio.

  25. Depressa no Carlotta, che poi mi preoccupo. Pensa per esempio che qui ci sono io, titanico amminsitratore di questo blog epicureo, una roccia di amministratore, che non si piega e non si spezza, niente. Che si…, insomma non lo so, un amminsitratore che avercene di amminsitratori così, nei blogs, un omino tutto d’un pezzo.

  26. Bene, Capo, se tieni il timone qua, a noi, nel cortile, ci fa un baffo l’universo.
    (che è anche immemore e io vivo quasi in ciel).
    Qui, dalla remota Corse du Sud, un saluto a tutti.

  27. Poi RobertoCalasso, faccia come vuole lui (o lei o neutro o proprio Lui in persona, e se è Lui per davvero Le chiedo scusa prof. R.C. se ho dubitato e anche se Carlotta ha dubitato ma secondo me si sta divertendo come una matto, più di tutti, a far finta di non esserlo oppure di esserlo e non ce lo dirà mai, vacca boia), l’importante che non smetta di scriver quelle cose lì che scrive. Non so come la pensiate, fratelli e sorelle.

  28. Bello, che scrivi dalla Corsica. Tepòssino come direbbe uno scrittore che ha fatto un bel libro di recente.

  29. poco fa tornando a casa ho trovato un ragazzo che aveva trovato un riccio incastrato nella grata di un tombino e non sapeva che fare. La sua idea era di lasciarlo là fuori dal suo garage, non mi sembrava una gran bella idea. Dopo, parlandone, anche a lui non sembrava una gran bella idea. Ho fatto una telefonata a casa abbiamo deciso che lo portavo da noi. Ora è in una scatola da scarpe, ha mangiato un cucchiaio dell’omogeneizzato di Cato, un pezzetto di melone e bevuto del latte. Io lo so che il discorso era da tutt’altra parte ma se qualcuno si è mai preso cura di un riccio mi può dare dei suggerimenti? anche su come si fa con un gatto geloso che ti si struscia addosso e vuol vedere il nuovo arrivato.
    Io intanto ci bevo su che il consiglio di Carlotta mi piace.

  30. Secondo me stai andando benissimo così, poi anch’io son sicuro che Carlotta tira fuori qualcosa di bello. hai un giardino?

  31. no purtroppo, balcone. pensavamo di vedere come andava tra domani e dopodomani e poi se sta bene lasciarlo su una fascetta da queste parti, un po’ fuori città.

  32. Be’ balcone, meglio che niente. Puoi sentire l’Asl (mi rendo conto che è un’idea poco suggestiva, ma mi sa che carlotta fino a domattina difficile che risponda), servizio igiene animale. Qui da queste parti funziona benissimo, ma forse ovunque, e sono molto bravi: ci pensano poi loro a rimetterlo nell’habitat. Però l’idea di addomesticare un riccio mi piace da matti. Chissà se è possibile.

  33. L’idea di chiamare l’ASL anche se è poco romantica è furba. Penso che si possa addomesticare un riccio però non mi ci vedo molto. Quando lo tenevo in mano non mi ha punto, è strano accarezzare un riccio; ha fatto la palla (spinosa) solo al clock delle porte dell’ascensore. Ora dorme.

  34. vedrai come lo trattano bene. In campagna ne avevo uno che era diventato il giocattolo del cane. Il cane lo faceva rotolare (lui si chiudeva a riccio, del resto lo era) ma delicatissimamente, forse perchè pungeva, o forse perchè si volevan bene. Io credo che anche il riccio si divertisse, perchè era sempre lì.

  35. mi sa che hai ragione, si divertivano. Per il momento però lo tengo lontano da Cato, mi sembra più prudente.
    (lo so che mi ripeto ma in ‘sta casa si sta veramente bene. ‘notte)

  36. Pino sta bene, è ancora qua da noi. Poi abbiamo deciso di fargli passare la notte in casa che Cato d’estate dorme sul terrazzo e poi la ringhiera non arriva fino in fondo e non mi fidavo a lasciarlo là. ‘sto pomeriggio non lo trovavo più. Era entrato in un armadio, chiuso. Uno di quelli con le ante scorrevoli, non so come ha fatto a infilarsi da sotto ma ci è riuscito. Gli piacciono molto le albicocche. Ieri nell’invescendo che mi aveva preso con il suo arrivo non vi ho detto che è un piccolo, è lungo poco meno del diametro di un piattino da caffè.
    Bon ora che sono sicura che sta bene mi riconcentro su Ganassi che io devo ancora leggere il libro. Lunedì lo cerco.

  37. Forse Pino è più importante di ganassi, senza il forse. E’ più importante perchè c’è. Ed è anche più bello, per quello.
    E’ un cucciolo, se è piccolo così. Bellissimo

  38. Senza il forse, mi scappano via i forse come i soldini dalla tasca bucata.

  39. Ci voleva Pino, Michela, ci voleva proprio. Che bello. Possiamo adottarlo un po’ anche noi? Non sono mai stata zia di un riccio. Adesso che ci penso non sono ancora mai stata zia.

  40. Perchè adesso è un po tardi, ma da domani bisognerebbe raccogliere notizie utili sull’addomesticamento dei ricci. Non so in quanti altri blog, non faccio per dire, si fanno esperimenti di questo tipo.

  41. Solo un dubbio: i ricci d’inverno non vanno in letargo? Lo so che siamo in luglio, ma è per portarsi avanti, che poi passa l’estate e ci si trova a natale in un amen.

  42. sono andati tutti a fumare? Anche il prof? Ma qui in terrazza si può, fumare, non l’avevo detto ma si può.

  43. E a proposito di zii, vorrei notizie di Nina, nata il 23 settembre scorso, che quindi ha quasi 10 mesi. Non si era detto che eravam gli zii?
    Insomma abbiam due nipoti, per la precisione.

  44. Appena torno a casa dico a Pino che ha tanti zii e zie e vi presento. Secondo me sarà contentissimo.
    Aggiornamenti:
    Pino dovrebbe prendere circa 100 grammi a settimana, è stato pesato al suo arrivo e, scatola da scarpe inclusa, era sui 370, da 200 grammi in su i ricci diventano onnivori quindi la dieta dovrebbe andare bene.
    Il mio fidanzato si vede questa sera con una sua amica che vive in campagna e le chiede se si può prendere cura di lui. So che vivere lì invece che a casa sarebbe più bello per lui ma io spero che rimanga con noi ancora un po’, magari Marzia (l’amica) va in vacanza adesso. Lo so: è un pensiero egoista ma è così.
    I ricci amano giocare, gli ho messo due rotoli di carta igienica finiti e ‘sta mattina uno era spostato di un bel po’ quindi la notte ha giocato (e mangiato e fatto i suoi bisogni, che da trovare su un pavimento maculato nero- grigio e bianco non è facilissimo ma con un po’ di pazienza si riesce).
    Anche se il mio fidanzato mi ha preso in giro per metà pomeriggio ieri gli ho messo un vassoio con un pelo d’acqua che a casa c’erano 32 gradi ieri e si sudava anche a far niente. Non penso che l’abbia calcolato perché il pavimento lì vicino ‘sta mattina era asciutto.
    Gli piace molto il pollo bollito e quando mangia la carne fa un rumore buffissimo, mi sa che sua mamma non gli ha spegato a sufficienza di masticare con la bocca chiusa.

    Paolo i ricci vanno in letargo quindi bisogna sicuramente trovargli una casa vera entro settembre perché poi si deve ambientare e cercarsi un posto per passare l’inverno.

    bon, penso che per ora vada bene così. a dopo.

  45. Capo non fare sangue acido. Se Laura mostra simile acredine, è per colpa mia. E’ stata un’attenta lettrice. Nella mia autobiografia citavo “Dedito a una ossessiva pratica dell’onanismo, oggetto di scandalo nell’ambiente scolastico, verrà rinchiuso per due anni nel convento gesuiti “Ignacio de Loyola” di Palermo dove gli ambienti umidi aggravano un’artrite alle mani”. Ogni riferimento era puramente causale e forse ha un trascorso gesuita o ho solleticato l’oscuro del suo incoscio collettivo. Forse per questo ti ha attaccato.

  46. Ma tra portinai e riccio, penso che stiamo andando alla deriva. “Eleganza del Riccio” non parla di questo? Non l’ho letto. Il Ganassi non se ne abbia a male.

    Il nome Pino è bellissimo e se Michela ha problemi a lasciarlo in vacanza, mi propongo come riccio-sitter. Chissà se è la professione del futuro.

  47. Visdepopulo è il moderno fagocitore resiliente. La sua pratica onanista sta proprio nel divorare animi sensibili come Ganassi e destinarlo come supplento per la rivista “Cioè”.

  48. Nessun sangue acido, assolutamente. Magari un po’ di preoccupazione per il Ganassi, vaso di coccio fra vasi di ferro. Visdepopulo è un vaso di ferro. Ma adesso dobbiamo un po’ occuparci della formazioen di Pino, che mi sembra particolarmente intelligente, da quel che ci racconta Michela (i rotoli usati eccetera eccetera). Ho già visto qualcosa in giro: pare che non sia propriamente un animale domestico, ma con un po’ di buona volontà e molta dedizione collettiva possiamo fare grandi cose.

  49. Possiamo anche fare i turni, per Pino. Io per tutto il mese di agosto, a parte qualche giorno verso la fine, ci sono e anche settembre a parte la seconda settimana. Ho anche un cortiletto e non ci sono altri animali domestici.

  50. Per fine Agosto ci penso io. Gli insegno, sempre che Michela voglia, la tarantella e la pizzica. Lo porto in posti dove se magna e si copula come dei ricci. Starà bene non ne dubito.
    Ci sarà anche tempo per la letteratura, tanto per non perdere il vizio.

  51. Discoteca, mangiare e sesso. E letteratura in subordine. Mi sembra un bel programma educativo. Insomma ci siamo. Non sarà ancora un po’ piccolo però, per la letteratura?

  52. Anch’io lo tengo volentieri e sono a casa tutta l’estate. Mi piacerebbe tanto prendergli una piscina perchè con questo caldo starebbe bene nell’acqua. E poi ho appena letto che i ricci sono ottimi nuotatori, pensa te.
    Per la letteratura: intanto può ascoltare, se qualcuno ha voglia di leggere.

  53. Sono stato troppo bucolico nel mio intervento.
    Col senno di poi.

    Anche se piccolo, ha già le spalle forti, piene di spine, per la letteratura.

  54. Per la letteratura ometterei Il ricciolo rapito di Alexander Pope, che fraintende e si impressiona. Quanto al caldo, bisognerebbe portarlo al mare. E qui mi vergogno moltissimo ma mi scappa la battuta sulla località balneare più indicata, è più forte di me, lo so che se adesso interviene il prof. son cazzi, ma non so come fare, non riesco mica a tenerla…

  55. Pino ringrazia tutti e è molto felice di avere una schiera di zii e zie pronti a aiutarlo e che si vogliono far carico della sua crescita (non solo fisica). Per le vacanze non ci sono problemi perché io starò via solo la settimana prossima ma Franco sta qua e è contento di prendersene cura da solo e poi è meglio non fargli fare troppi giri che è già spaesato a sufficienza.
    La veterinaria di Cato dice che se lo si porta in campagna scappa perché scavano da dio e propone di tenerlo per almeno due settimane in modo che prenda bene forze e grammi (noi siamo per tutto agosto). Pino dovrebbe in questo periodo sviluppare la capacità di difendersi e di riconoscere il pericolo e ha proposto il test gatto. Se davanti a un gatto non fa immediatamente la palla è un brutto segno quindi non faremo socializzare i nostri due inquilini fino a quando non penseremo di lasciarlo andare. Lei diceva vicino a dove è stato trovato, quando le è stato detto a venti metri da casa, in pieno centro, è venuta nel nostro caruggio e ha detto che su al Righi come possibile luogo di abbandono va bene (mi rattristo solo all’idea). Ci ha consigliato una sua collega esperta di animali esotici (?) che lavora all’acquario ma una volta contattata di ricci non ne sapeva molto.
    Anche la possibilità di tenerlo è stata presa in considerazione ma bisogna comunque mandarlo in letargo quando sarà il momento giusto. Io da bambina avevo una tartaruga di terra, Annalisa, viveva sul terrazzo e quando la vite canadese perdeva le foglie facevamo una casa di cartone la fasciavamo di carta plastificata, tagliavamo un’apertura-porta e la riempivano di foglie. Lei entrava e usciva a primavera. Non so ma mi sembra più facile con una tartaruga e un mega terrazzo a Bergamo che con un riccio e un balcone a Genova.

    Ora vado a vedere se gli piace l’anguria (secondo me è un pezzo buonissimo, se non la mangia me la finisco io).

    Stavo pensando che non son mica sicura sicura che sia un riccio, magari è una riccia e a sentirsi chiamare Pino non è mica tanto contenta.

  56. Adoro questo cortile. Uno va via perché succedono delle cose un po’ malinconiche e dopo due giorni torna ed è già zia di Pino, il riccio. Michela ha sempre questa capacità di fare succedere le cose buone. Ce n’è da dire, sui ricci. Intanto qua in Francia (che, modestamente, la Corsica è in Francia, che credo che la dinastia regnante l’abbia ceduta, con un raro soprassalto di civiltà, anni fa, così non se l’è presa Berlusconi) domina le librerie l’edizione economica di L’eleganza del riccio.
    Poi, modestamente, ho scritto in passato una quartina erotico soft sul riccio, che forse ho già pubblicato, quindi la ripubblico solo su richiesta. Poi ho un cane formidabile cacciatore di ricci, nel senso che li trova, non che li danneggi in qualche modo, anzi, sta lì e li guarda scodinzolando, come aspettandosi una qualche performance da un essere così bizzarramente costituito.
    Poi, fratelli e sorelle, l’acqua è bellissima e sul fondo del mare ci sono un sacco di cose da guardare. Ieri nuotavo e mi divertivo a immaginare che le cose piccole sul fondo del mare fossero grandi. E’ divertente, altro che scenografie fatte al computer dai giapponesi!
    Alla signora Laura auguriamo buone vacanze e più benevolenza. La benevolenza è una cosa che prima sembra andare solo verso il fuori, ma poi, se guardi, torna verso il dentro, dunque si può essere benevolenti anche senza essere, di partenza, generosi. Quello, col tempo.
    Baci a tutti

  57. Pensavo come si può capire il sesso del riccio, senza appellarsi all’indagine anatomica.

    Mi era venuto in mente, di per sè è un evento, di metterlo di fronte, sciovinisticamente, a un bel paio di scarpe con tacco 11 e un rivista di playboy e vedere in che direzione vada. L’esempio è stupido e pensare delle volte a cose stupide, rende leggero. Se avessi le minime armi, scriverei un saggio ” La leggerezza della studipità”. Sarei disposto anche a farlo leggere a Visdepopulo, per il mio masochismo.

    Chiedo formalmente che Carlotta ripubblichi la sua quartina erotico soft ( quella di FB che bramava la possessione fisica, spero di non aver travisato e non offeso, ho la memoria pessima) , potrebbe essere una buona ninna-nanna al riccio/a quando va in letergo.

    I ricci di terra sono l’evoluzione darwiniana dei ricci di mare?

  58. Direi anche’io che la quartina sul riccio è indispensabile, adesso. Giustissima la tua preoccupazioen Francesco circa il sesso del riccio, dal momento che ti sei preso carico della formazione di Pino.

  59. Quanto è successo nei giorni scorsi mi ha turbato. Sono andato dal dottor Rank, ma è in vacanza fino alla fine di agosto, alle terme di Bath. L’ho chiamato e si è risentito, ha detto che ho violato il tacito patto che vige tra medico e paziente. Non so di che patto parli e ad ogni modo io sono per la chiarezza: che il gioco delle parti sia regolato da un contratto nero su bianco e sottoscritto dopo attenta lettura. Con questo caldo, ho pensato di obbedire a vecchie ma sempre valide disposizioni ministeriali e così da sabato passo le mie giornate, dalle 10 alle 20, alla Standa di via Torino, facendo la spola tra i latticini e i surgelati, che sono i reparti più freschi. Passando nell’ortofrutta, vedo dei bei cestini di mirtilli e lamponi e mi piacerebbe mandarne a Pino, anche se non sono tanto d’accordo con il proposito di addomesticarlo. Ha la fortuna di essere indipendente dall’uomo, fatto per vivere in un ambiente molto più interessante e ospitale delle nostre città. Ho paura che il dolce proposito di proteggerlo si traduca in una forma di prigionia per lui. Ma forse sopravvaluto i ricci. E sopravvaluto anche Colagrande, se gli scappano delle battute del genere. Statemi bene.

  60. La battuta a dir la verità mi scappava ma l’ho trattenuta, malgrado il dott Rank (che ho incontrato a Tabiano Terme in gita da Bath) raccomandi di liberarsi dei veleni della psiche. Ma a parte tutto, una settimana a Riccione può essere salutare, per Pino. Non ci sono pericoli, l’acqua è bassa, i bagnini sempre molto vigili. L’anno prossimo magari si va a Capo Rizzuto, e qui purtroppo la battuta mi è scappata davvero, quindi chiedo scusa.
    Insomma, Riccione è la sede più adatta per il programma formativo che proponeva Francesco. Non so come la vedete voi.
    Sull’addomesticamento, non sarei così rigido, in fondo si tratta di Michela, e poi ci siam noi come zii. Cioè siamo nel migliore dei mondi possibile, dove tutto va per il meglio.

  61. comunque: chiamato e arrivato, forza di questo blog epicureo. La ringraziamo molto perchè è sempre un piacere, ci stavamo preoccupando. Adesso fratelli non vorrei essere ripetitivo, ma Nina?

  62. E’ nata un sanguinosa polemica fra il La Quaglia, recensore-adulatore di Ganassi, e un altro importantissimo critico letterario, il Marinari Certosini, sempre su Scivolo e più in generale sul fare critica oggi. Volano parole forti.

  63. Comunque l’ipotesi che sia una riccia e si chiami Pino mi piace moltissimo.

  64. Il Marinari Certosini credo di conoscerlo, di nome almeno. Anni fa deve aver curato un manuale per le scuole, quando andava di moda farli in coppia e infatti c’erano il Reale Antiseri, l’Abbagnano Fornero, il Berti Volpi…
    Soltanto che lui, diversamente dagli altri, ha sempre fatto tutto da solo, usando il trucchetto del doppio cognome. Però qualcuno lo scopriva sempre, che era da solo, e glielo faceva pesare, perchè si sa le mode come sono: inflessibili. Per questo col tempo è diventato rancoroso e attaccabrighe. E’ lui, Capo, o mi sbaglio?

  65. Capo, è meraviglioso stare qui. Non c’entra nulla ma volevo dirlo.

  66. E’ il figlio: Renato Ippolito Marinari Certosini. Ancora più rancoroso del padre Aghinolfo Vittorio Emanuele Marinari Certosini, a sua volta figlio di Umberto Biancamano Marinari Certosini, il cui bisnonno Amedeo Chateau-Chambresis Marinari Certosini debellò la peronospora nella regione caucasica del Nagorno-Karabah. C’è una sua statua a Baku, capitale dell’azerbaigian, che ricorda questa storica impresa.
    Il marinari certosini vivente è critico letterario militante che scrive su L’anulare, rivista militante di critica letteraria, e cura in particolare la pagina dedicata alla critica della critica critica.

  67. Mi fa piacere Cecilia, ci sto bene anch’io.

  68. Scusa Francesco ma meriti una standing ovation per il commento di prima, che ho letto un po’ troppo alla svelta, e te ne chiedo scusa. Considerato il traffico in rete di video hard, le pubblicità di siti porno, le hard-chat in diretta televisiva, l’anal on line, e tutti gli altri algoritmi erettili, l’idea di rispolverare la rivista playboy, da sfogliare, mi ha commosso. E secondo me l’idea poteva maturare solo qui. Grazie Francesco (3/4 d’ora di applausi).

  69. paolocolagrande, com’e’ che scrivi cosi’ tanto adesso e cosi’ poco prima? Dove e’ stata la metamorfosi, la trasmigrazione, l’ontogenesi, il big bang?
    Io stavo ancora in bagno colla granatina, non riesco a seguirvi se andate cosi’ veloci…

  70. Pino ringrazia per i mirtilli e i lamponi. È stato realmente un bel regalo, ringrazio anch’io in qualità di mamma in seconda. Oggi una mia amica che vive a Santa mi ha detto che sua zia, che vive a Portofino e ha una casa con giardino, sarebbe disposta a tenerlo. Rimango dubbiosa sul giardino anche perché vicino c’è una strada ma il monte di Portofino potrebbe essere un buon posto per lui. C’è tempo, faremo dei sopralluoghi.
    Non so se mi sto abituando alle sue dimensioni o se sta crescendo, se realmente prenderà cento grammi in una settimana allora è probabile che sia diventato più grande in questi quattro giorni.
    Comunque è meno Trudi e più riccio vero. Mi sembra un buon segno.

  71. Paolo, lo sai che sono discontinuo. C’è il momento della logorrea e poi quello dell’afasia, con qualche pausa intermedia. Questo è il momento della logorrea, ma soprattutto dell’impegno. Anche sociale: la promozione di Ganassi va ben oltre l’aspetto commerciale.

  72. Da grande sarà un riccio come si deve. Parlando da zio, mi sembra già molto avanti.

  73. il momento dell’afa (sia) si sta riappropinquando, qui è tutto un accender di condizionatori, ci si mette in condizioni di frescura;
    e al riccioPino (o ricciaPina, indagheremo sfruttando le conoscenze in ambito veterinario) bisogna insegnargli per benino ad evitar l’asfalto che gli automobilisti non si preoccupano di possibili forature, tiran via veloce rendendo bidimensionali le povere creature puntute

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